L'« arrét Blanco »


Bordeaux, 1872. Sono passati due anni dalla caduta di Napoleone iii, dalla fine del ii Impero e dall'inizio della iii Repubblica. Un anno dalla Comune, giudicata la prima rivoluzione socialista. t l'anno in cui il «Conseil d'Etat» è divenuto giudice. Una bambina di cinque anni, Agnés Blanco, viene urtata e gravemente ferita da un piccolo vagone, carico di tabacco, condotto da quattro operai dell'azienda statale dei tabacchi, nella strada che separa due magazzini dello stabilimento di Bacalan dell'azienda. Il padre della bambina inizia, dinanzi al tribunale civile di Bordeaux, una causa per responsabilità contro i quattro operai, come coautori delle ferite prodotte a sua figlia, e contro lo Stato, come civilmente responsabile della imprudenza dei suoi dipendenti, chiedendo agli operai e allo Stato, solidalmente, un indennizzo di 40 mila franchi.


Il prefetto della Gironda, nella veste di rappresentante dello Stato, declina la competenza del Tribunale e solleva il conflitto, che viene portato al «Tribunal des conflits». Questo, l'8 febbraio 1873, decide che «la responsabilité qui peut incomber à l'Etat pour les dommages causés aux particuliers par le fait des personnes qu'il emploie dans les divers services publics n'est pas régie par les principes établis, dans les art. 1382 et suivant C. civ., pour les rapports de particulier à particulier. Cette responsabilité, qui n'est ni générale ni absolue, a ses règles spéciales qui varient suívant les besoins du service et la nécessité de concilier les droits de l'Etat avec les droits privés. C'est, des lors, à l'autorité administrative, et non aux tribunaux ordinaires, qu'il appartient de l'apprecier» («la responsabilità in cui incorre lo Stato per i danni causati a privati dalle persone di cui esso si vale nei diversi servizi pubblici, non è retta dai principi stabiliti dall'art. 1382 e seguenti del codice civile, per i rapporti tra privati. Tale responsabilità, che non è né generale, né assoluta, ha sue regole speciali, che variano secondo i bisogni del servizio e la necessità di conciliare i diritti dello Stato con quelli dei privati. Spetta, dunque, al giudice amministrativo e non ai tribunali ordinari valutare tale responsabilità »).


Esistono, dunque, due diritti, uno applicabile ai rapporti tra privati, uno, invece, ai rapporti tra amministrazioni pubbliche e privati, il diritto amministrativo. La decisione ora riportata, nota come « arrét Blanco », verrà considerata, per tutto il nostro secolo, rivoluzionaria, pietra angolare del diritto amministrativo e suo fondamento. Questo episodio triste segna, dunque, la data di nascita convenzionale del diritto amministrativo.


Ma che cosa è il diritto amministrativo?

La specialità e L'«arret Blanco»


La specialità del diritto amministrativo è affermata, per la prima volta, in maniera generale, dall'«arrét Blanco» del «Tribunal des Conflits», che già conosciamo. La decisione in questione' afferma l'autonomia del diritto amministrativo rispetto al diritto privato e quella del giudice amministrativo nei confronti del giudice; enuncia il criterio di individuazione della competenza del giudice amministrativo (criterio del «service public», ripreso, poi, dall'omonima scuola, e, in particolare, da Duguit e Jéze, agli inizi del Novecento).


Il fatto è stato esposto. Il ricorrente chiedeva al Tribunale civile l'applicazione degli articoli 1382 e 1383 (libro in, titolo iv) del codice civile napoleonico, i quali dispongono, rispettivamente: «tout fait quelconque de l'homme, qui cause à autrui un dommage, oblige celui par la faute duquel il est arrivé, à le réparer» («qualunque azione dell'uomo che causa danno ad altri, obbliga colui che l'ha commesso a risarcirlo ») e « chacun est responsable du dommage qu'il a cause non seulement par son fait, mais encore par sa négligence ou par son imprudence» («tutti sono responsabili dei danni prodotti non soltanto dalla loro attività, ma anche dalla loro negligenza o imprudenza »).


Rivoltosi il Blanco al Tribunale civile di Bordeaux nel modo che si è detto, il prefetto del Dipartimento della Gironda presentò una «mémoire en declinatoire de compétence», sulla quale, però, il Tribunale decise negativamente, affermando la propria competenza. Il prefetto, ottenuta la decisione, adottò un «arreté de conflit», con l'effetto di spogliare il Tribunale e di rimettere la questione di competenza al «Tribunal des Conflits» (organo particolare dell'ordinamento francese, composto di giudici del Consiglio di Stato e di giudici della Corte di cassazione e chiamato a risolvere i conflitti tra giudici ordinari e giudici amministrativi; quest'organo, istituito nel 1848 e soppresso nel 1851, venne ristabilito definitivamente nel 1872). Detto tribunale confermò il decreto prefettizio, nel modo che sappiamo.


« Dècision capitale », « véritable révolution jurisprudentielle », «pierre angulaire de tout le droit administratif», secondo alcuni; mito o mera conferma di un indirizzo giurisprudenziale già affermatosi, secondo altri,' la decisione Blanco (a cui, comunque, ì contemporanei non prestarono alcuna attenzione e della cui importanza ci si rese conto solo sul finire del secolo) consta delle poche righe tradotte all'inizío dell'introduzione. Per comprendere il ragionamento del giudice, bisogna leggere le «conclusions» del «Commissaìre du gouvernement» (altro istituto tipico del diritto francese: nonostante il nome, è un giudice, del tutto indipendente dal governo; non è né un pubblico ministero, ne un relatore; esamina la questione ed espone il suo punto di vista in termini giuridici).


Ora, il commissario David affermò, sulla competenza, che il principio di non interferenza dei giudici ordinari negli affari amministrativi era un principio costituzionale ed andava inteso nel senso che essi fossero radicalmente incompetenti a conoscere tutte le questioni in cui fosse coinvolta una pubblica amministrazione nell'esercizio di un servizio pubblico; e sulla questione della responsabilità amministrativa, che questa non può essere né generale, né assoluta, a causa dell'infinita varietà dei servizi pubblici.


La novità delle conclusioni di David   fatte, poi, proprie dal Tribunale  stava nel fatto che eglì scartava, cosí, sia la tesi precedentemente affermata dalla Cassazione per cui il giudice civile non poteva interferire quando si trattasse di atti amministrativi o di loro omissione; sia la tesi propria del Consiglio di Stato, per cui il giudice civile non poteva interferire nell'attività amministrativa per dichiarare lo Stato debitore.


Si noterà che esce vincitore il Consiglio dì Stato, che è esterno alla vicenda, ma è il vero protagonista. E che il «Tribunal des Conflits» decide questa questione capitale solo un anno dopo la sua definitiva istituzione.