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L                                                                                 La tua visita   al Vittoriano



Perché al Vittoriano

Il Vittoriano è il simbolo della comunità degli italiani, ovunque essi siano, in Italia e nel mondo. Rappresenta la volontà di costruire un edificio comune che nella sua forma non annulla i destini, le storie, le esperienze che si sono intrecciate nell’Italia unita, nelle libertà dei cittadini. L’emigrazione italiana nel mondo immaginò l’Italia quando essa non esisteva. Dalla fine del XIX secolo, ancora in costruzione, il Vittoriano ha rappresentato per decenni, nella memoria delle famiglie emigrate, il legame simbolico con la madre Patria. Chi partì per cercare lavoro portò con sé ricordi, legami, con i luoghi, le tradizioni famigliari, locali, regionali, qui rappresentate dalle sedici statue del colonnato,

 

Le origini dell’emigrazione italiana   : perchè l'emigrazione  

   quale emigrazione                     verso  altri paesi   Americhe

                                                    verso altre regioni d'Italia
L’emigrazione di massa (1876-1915)


L’emigrazione tra le due guerre (1916-1945)


L’emigrazione nel secondo dopoguerra (1946-1976)


Italiani nel mondo. Mondo in Italia (dal 1977 ai giorni nostri)

   Il lazio

L’odierno Lazio nasce dall’addizione dell’area residuale dello Stato della Chiesa dopo le prime due guerre di Indipendenza e della propaggine settentrionale dell’antico Regno di Napoli. Somma dunque due diverse tradizioni migratorie dominate dalle rispettive capitali, che agivano come centro di attrazione e di smistamento per tutta la Penisola sin dal medioevo.

Nel loro calderone i migranti della regione si mescolavano con flussi provenienti da tutto il continente e apprendevano nuove strade, nel caso optassero per una seconda partenza. Si deve inoltre considerare che dal Patrimonio di S. Pietro, odierna provincia di Viterbo, si subiva l’attrazione di Firenze. Il territorio oggi laziale era dunque abituato ai movimenti a breve e media distanza e alla fine dell’età moderna conosceva la strada per mete più lontane, dalla Francia e il Belgio agli Stati Uniti e all’Australia.

Tali sbocchi furono ricercati soprattutto in momenti di particolare tensione politica, dal Risorgimento al Fascismo e all’esodo di destra dopo la seconda guerra mondiale. Alla metà dell’Ottocento le aree più meridionali, una volta appartenenti al Regno delle Due Sicilie, iniziarono a inviare in tutta Europa occidentale artisti e venditori ambulati sul modello della Liguria e dell’Appennino tosco-emiliano. Tali flussi, con l’aggiunta di quelli provenienti dal Viterbese, si trasformarono dopo l’Unità in invio di manodopera per le fabbriche francesi o quelle del Regno Unito e degli Stati Uniti, nel Novecento anche della Svizzera e il Canada.

Come scrisse l’Inchiesta Jacini: «Antiche tradizioni di vagabondaggio, mantenute vive da un piccolo numero di contadini che si recavano in giro a far ballare gli orsi, suonare le zampogne, posare talvolta da modelli, furono il filo di Arianna per questa povera gente, che anelava ad uscire in maniera pacifica dalla sua miserabile condizione. La valvola di sicurezza fu aperta: la prima prova riuscì».

Su questa falsariga si continuò sino al secondo dopoguerra, seguendo sostanzialmente gli stessi percorsi e mantenendo la netta preferenza per il ritorno e l’investimento nei luoghi di origine di quanto guadagnato.

 

 

La Puglia:

Dopo la seconda guerra mondiale il fallimento della riforma agraria e delle lotte contadine convinsero i contadini del Salento, del Gargano, dell’Appennino dauno a cercare di nuovo sbocchi al nord, fosse questo italiano od europeo. Comunque tali partenze si intrecciarono per l’ennesima volta con flussi verso i capoluoghi di provincia e le aree industriali della regione e verso Roma. Invece calarono rispetto alla grande emigrazione, ma non sparirono, le partenze per le Americhe.

 

 

Il vittoriano è sede di mostre ...

 

                 Le ballerine di Degas tra i capolavori in mostra al Vittoriano  da quale museo proviene? sai descriverla?




L’emigrazione di massa (1876-1915)


L’emigrazione tra le due guerre (1916-1945)


L’emigrazione nel secondo dopoguerra (1946-1976)


Italiani nel mondo. Mondo in Italia (dal 1977 ai giorni nostri)
L’emigrazione di massa (1876-1915)


L’emigrazione tra le due guerre (1916-1945)


L’emigrazione nel secondo dopoguerra (1946-1976)


Italiani nel mondo. Mondo in Italia (dal 1977 ai giorni nostri)